Tradimenti

Stagione Comune di Pergine

Mercoledì 26 gennaio 2022 - ore 20.45

di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
con Stefano Braschi, Stefania Medri, Michele Sinisi
consulenza artistica Francesco Maria Asselta
scene Federico Biancalani
assistente alla regia Nicolò Valandro
luci Rossano Siracusano
regia Michele Sinisi
produzione Elsinor - Centro di produzione teatrale con il contributo di Next - Laboratorio delle Idee

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“Non vedi come mi stai guardando. Non ce la faccio più ad aspettare, sono stravolto, completamente a terra, accecato. Sei una perla, la mia perla, non dormirò mai più, no, senti, è la verità non camminerò più, diventerò storpio, sempre di più, fino a paralizzarmi completamente, la mia vita è nelle tue mani, a questo mi hai ridotto, allo stato catatonico, sai cos’è la catatonia? Lo sai? Lo sai? La catatonia… è il regno del principe del nulla, del principe della desolazione. Ti amo.”

Scritta dal drammaturgo inglese Harold Pinter e presentata nel 1978 a Londra, “Tradimenti” viene generalmente considerata una delle più celebri opere dell’autore. La storia è quella di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, dalla sua fine fino ai suoi esordi. Tutto inizia due anni dopo la fine del rapporto e termina prima che esso abbia inizio.
Ma, oltre ai due amanti c’è anche il marito di lei, nonché migliore amico di lui. Insomma, un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare. Se non fosse che il susseguirsi dei fatti lascia piano piano spazio alla complessità d’animo dei tre personaggi, accomunati da un segreto a volte difficile da portare.
Ed è forse proprio questo - il segreto - l’elemento chiave della pièce. Le parole non dette, i pensieri taciuti, le azioni nascoste riempiono le vite dei personaggi, invadono i loro spazi, si insinuano in tutte le loro relazioni. Ma, come spesso avviene con le opere dei grandi maestri, non è solo di loro che Pinter ci parla. Sono infatti anche la nostra quotidianità, il nostro segreto ad essere messi in gioco. Perché non c’è strazio maggiore per il cuore che in quei momenti in cui perdiamo il respiro pensando a ciò che avremmo voluto dire in quelle stanze, a quel tradimento dato dal nostro silenzio. È questo, forse, il modo con cui noi esseri umani cresciamo e diventiamo grandi..

 

                          

                                                                     

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