Capatosta

Stagione Teatro di Pergine

Giovedì 2 febbraio 2017 - ore 20.45

      Spettacolo vincitore bando Storie di Lavoro 2015

Siamo nello stabilimento più grande d'Europa, l'Ilva. Siamo in uno dei tanti reparti giganteschi della fabbrica. Sembra che in questo scenario nulla sia destinato a mutare, che i figli erediteranno fatica e privilegi dei padri. Ma le vicende di due operai metteranno in dubbio questo stato delle cose.

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Crest - Teatri Abitati

scritto da Gaetano Colella
con Gaetano Colella e Andrea Simonetti
composizione sonora di Mirko Lodedo
scene di Massimo Staich - disegno luci di Fausto Bonvini
regia di Enrico Messina

in collaborazione con Armamaxa teatro // spettacolo vincitore bando Storie di Lavoro 2015

Siamo nello stabilimento più grande d'Europa, l'Ilva. Siamo in uno dei tanti reparti giganteschi della fabbrica, Acciaieria 1 reparto RH. Qui l'acciaio fuso transita per raggiungere il reparto della colata e gli operai sono chiamati a controllare la qualità della miscela. La temperatura è di 1600 gradi centigradi. Due operai sul posto di lavoro. Il primo è un veterano, venti anni di servizio alle spalle e un carattere prepotente, di chi si è lavorato la vita ai fianchi e il poco che ha lo difende coi denti, compreso il suo piccolo desiderio: fuggire da Taranto, coi suoi figli, per non tornarci più. Il secondo è una matricola, un giovane di venticinque anni appena assunto nello stabilimento. I due potrebbero essere padre e figlio. In questo stabilimento dal 1962 ci sono generazioni di operai che si avvicendano, si confrontano, si scontrano e si uniscono. I padri hanno fatto posto ai figli e ai nipoti senza che nulla sia intervenuto a modificare questo flusso di forza lavoro. Si sono tramandati saperi ed esperienze così come usi e abusi, leggi tacite e modi di fare. Sembra che in questo scenario nulla sia destinato a mutare, che i figli erediteranno fatica e privilegi dei padri. Ma è davvero così? Nuova drammaturgia, teatro civile... etichette possibili per una urgenza che non vuole essere chiusa o bollata con un'etichetta, ma vuole essere un prendere parola, restituire un sentimento di dolore e di impotenza insieme, condividendolo con una città e non solo, come il teatro sa fare. I gesti, i volti, le voci di attori possono riuscire a raccontare il sangue di una città ferita e divisa. Oltre l'informazione.

 

                          

                                                                     

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