Come ti spaccio la famiglia

Venerdì  25 ottobre 2013 - ore 15.30 e 20.45

 

ingresso 7 € (€ 5 ridotto)
(USA 2012)
regia di
 Rawson Marshall Thurber
con
 Jennifer Aniston
genere Commedia

David, uno spacciatore da quattro soldi, dopo essere stato rapinato, è costretto ad accettare un incarico pericolosissimo come corriere tra Messico e Stati Uniti. Per riuscire a passare il confine inosservato decide di "travestirsi" da perfetto padre di famiglia.

Ci sono casi in cui cercare di analizzare un film e la sua riuscita o fallimento, prescindendo da un modello di riferimento ingombrante e palese, risulta ingeneroso tanto per il modello che per la sua filiazione. Quindi meglio fugare subito i dubbi: senza National Lampoon's Vacation e la sua immortale parodia della famiglia americana media alle prese con vicende tutt'altro che medie, We're the Millers (Come ti spaccio la famiglia l'orrendo titolo italiano) non esisterebbe nemmeno. Il feeling generale dell'opera di Thurber (già regista del cult Palle al balzo - Dodgeball) e persino alcune sequenze - il confronto padre-figlio, il furgone fermo in mezzo al nulla, diverse espressioni di Jason Sudeikis - riprendono in modo chiaro momenti analoghi del sempreverde di Harold Ramis. Effetto che solo in parte frena la vis comica di Thurber, suscitando al contrario un piacevole amarcord, come se il classico meritasse di essere riproposto, con un adeguamento a linguaggio e mode del terzo millennio, epoca ancor più cinica e disillusa degli Ottanta. Specie leggendo tra le righe (amare) di We're the Millers, benché seppellite da una coltre di risate. Perché la famiglia sghemba ma felice di Chevy Chase e soci era comunque, nel bene e nel male, la pietra basale della middle class americana, dove invece Sudeikis e Aniston devono mettere in scena il simulacro di quel modello famigliare per uno scopo infimo e legato al profitto. 

Il nucleo famigliare tradizionalmente inteso non esiste più, neppure in forma fantozziana (come dimostra la "vera" famiglia dell'altro roulottista incontrato in viaggio, piagata da problemi segreti e insanabili): è solo un comodo specchietto per le allodole volto a non dare nell'occhio, più per un pregiudizio che per un'effettiva normalità intrinseca. Qualcosa che si osserva come modello in una coazione a ripetere, ma che nella sua sostanza non esiste più se non in forma contaminata e problematica. Riderci su non è semplice, ma con Thurber e i suoi Miller si può, e di gusto.

 

 

 

                          

                                                                     

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