GIANNI SCHICCHI

Mercoledì 28 novembre 2018 - ore 20.45

Gianni Schicchi è un'opera comica in un atto di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano basato su un episodio del Canto XXX dell'Inferno di Dante (vv. 22-48). Fa parte del Trittico. La prima assoluta ha avuto luogo il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York.
Produzione dell’Associazione Amici della Lirica “Giacomo Puccini” di Pergine Valsugana
 
Regia MAURO TROMBETTA
Pianista STEFANO ADABBO
Direttore ANDREA FUOLI
 
 
Gianni Schicchi, MAURO TROMBETTA 
Lauretta, KATARZYNA MEDLARSKA
Zita, GIORGIA GAZZOLA
Rinuccio, DANILO FORMAGGIA
Gherardo, GABRIELE ESSE
Nella, PILAR TEJERO
Gherardino, GIACOMO D'AMBROSIO
Betto di Signa, MATTEO PREITI 
Simone, CARLO ZACCARIA
Marco, PIERO CIEFFA
La Ciesca, MANUELA BARABINO
Maestro Spinelloccio, MARCO VARNER
Messer Amantio di Nicolao, MARCO VARNER
Pinellino, GIORGIO DALMASO
Guccio, GABRIELE IORI
 
Firenze 1299: Buoso Donati  è appena spirato e attorno al letto di morte i suoi parenti sono assorti in preghiera.
Corrono voci che  Buoso abbia destinato in beneficenza i suoi beni ai frati di Signa, viene letto il testamento e, quel  che sembravan sospetti, vengono confermati con grande disappunto dei parenti.
Rinuccio è il figlio di Buoso ed è  fidanzato di Lauretta, figlia di Gianni Schicchi; conoscendo l’astuzia del futuro suocero, suggerisce ai propri parenti di ricorrere a questi per escogitare qualche stratagemma: “Avete torto! – È fine … astuto…“.
Zita, soprannominata “La Vecchia” , alla vista di Schicchi, lo rimprovera per le modeste origini, e questi, offeso, se ne sarebbe andato, se non fosse per le tenere suppliche di Lauretta:  “O mio babbino caro“. (Romanza)
Gianni ha in mente un piano: contraffacendo la voce di Buoso, con cui risponde al dottor Spinelloccio, avvalorando la tesi che l’uomo è ancora in vita.
Viene  convocato d’urgenza il notaio: “Si corre dal notaio” (Romanza) e  Schicchi si dispone nel letto di morte di Buoso, dettando il nuovo testamento, e, truffaldinamente, destina a sé  la casa di Firenze, la più bella mula di Toscana, ed i mulini.
Naturalmente i parenti di Donati non possono protestare senza svelare la truffa : “Addio, Firenze, addio, cielo divino“. (Romanza)
Alla fine della commedia vengon tutti scacciati dalla casa che ormai Gianni assume come propria, mentre i due giovani fidanzati amoreggiano felici intonando la romanza : “Lauretta mia, staremo sempre qui“; il protagonista, rivolgendosi al  pubblico, invoca l’attenuante di avere agito nell’interesse dei due giovani e del loro amore.
 
 
Biglietti:
Intero 15€
Ridotto 10€ (over 65)
Ridotto 5€ (under 26)
 

 

 

                          

                                                                     

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