La fabbrica dei preti

Stagione Teatro di Pergine

Mercoledì 13 dicembre 2017 - ore 20.45

di e con Giuliana Musso 
Assistenza e ricerche fotografiche Tiziana De Mario
Responsabile tecnico Claudio Parrino
Collaborazione allestimento Massimo Somaglino
Produzione La corte ospitale

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Realizzazione video: Giovanni Panozzo e di Gigi Zilli 
Elementi di scena: Francesca Laurino 
Ricerche bibliografiche: Francesca Del Mestre 
Consulenza musicale: RiccardoTordoni 
Canzoni e Musiche di: Giovanni Panozzo, Daniele Silvestri, Marcello Serli, Mario D’Azzo, Tiromancino

 

 «Entriamo assieme nella grande fabbrica silenziosa. Prima, però togliamo il cappello e fermiamoci un attimo a pregare per tanta manovalanza sacrificata e rovinata in tutti questi anni e secoli. E, facendo uno sforzo, spendiamo un requie anche per le maestranze»,  “La Fabriche dai Predis” di Don Pietrantonio Bellina.

La Fabbrica dei Preti è l’ultimo lavoro di indagine e scrittura di Giuliana Musso. Uno spettacolo che intreccia tre diverse forme di racconto: un reportage della vita nei seminari declamato dal “pulpito” (ispirato al racconto di Don Bellina), la proiezione di tre album fotografici e la testimonianza vibrante di tre personaggi (un timido ex-prete, un ironico prete anticlericale ed un prete poeta\operaio). In apertura un prologo che ci ricorda cosa è stato il Concilio Vaticano II (1962-1965). Sul palco una serie di schermi di proiezione degli anni ’60 e alcuni abiti appesi: una tonaca, un vestito da sposo, un clergyman, una tuta da operaio.
I tre personaggi interpretati da Giuliana sono uomini anziani che si raccontano con franchezza: la giovinezza in un seminario, i tabù, le regole, le gerarchie, e poi l’impatto col mondo e col mondo delle donne, le frustrazioni ma anche la ricerca e la scoperta di una personale forma di felicità umana. Lo sfondo di ogni racconto è quella stessa cultura cattolica che ha generato il nostro senso etico e morale e con esso anche tutte le contraddizioni e le rigidità che avvertiamo nei nostri atteggiamenti, nei modelli di ruolo e di genere, nei comportamenti affettivi e sessuali. 
Lo spettacolo, mentre racconta la storia di questi ex-ragazzi,ex-seminaristi, ci racconta di noi, delle nostre buffe ipocrisie, paure, fragilità... e della bellezza dell’essere umano. E così mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi e mentre ci commuoviamo per le loro solitudini possiamo, forse, consolare le nostre.

 «A questi preti innamorati della vita ci piacerebbe dare voce e ritrovare insieme a loro la nostra stessa battaglia per “tenere insieme i pezzi», queste le parole di Giuliana Musso.

 Biglietti in vendita dal 31 ottobre 2017

 

                          

                                                                     

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