Se non sporca il mio pavimento. Un melò
Pergine Spettacolo Aperto
Lunedì 9 luglio 2018 - ore 21
regia Giuliano Scarpinato
drammaturgia Giuliano Scarpinato, Gioia Salvatori
con Michele Degirolamo, Giuliano Scarpinato, Francesca Turrini
in video Beatrice Schiros
scene Diana Ciufo
Intero 12€, ridotto 9€. Acquista online
video proiezioni Daniele Salaris
luci Danilo Facco
costumi Giovanna Stinga
una produzione Wanderlust Teatro/CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione con Teatro di Rifredi, Corsia OF – Centro di Creazione Contemporanea, Industria Scenica, Angelo Mai Altrove Occupato
PROGETTO VINCITORE “ODIOLESTATE” – RESIDENZA PRODUTTIVA CARROZZERIE / N.O.T. ROMA
Uno struggente affresco di un gruppo di anime ostinatamente sospinto dalla ricerca dell’amore, del contatto, del riconoscimento di sé.
Alessandro Iachino, teatroecritica.net
Una donna-bambina di mezza età che vive in casa con gli anziani genitori e sogna Antibes, un adolescente dalle diverse identità facebookiane, un parrucchiere dalla personalità labile. Sono i protagonisti di un recente caso di cronaca nera italiana: l’assassinio di Gloria Rosboch, insegnante di sostegno ritrovata uccisa nel 2016 dall’ex allievo e dal suo amante e complice.
Una vicenda dal plot degno di un melò di Fassbinder, dentro la quale si incarnano due grandi archetipi del mito: Eco e Narciso. La storia della ninfa condannata ad amare non corrisposta e del giovinetto perdutamente innamorato della propria immagine riflessa nell’acqua.
Se non sporca il mio pavimento nasce proprio dal corto circuito tra la cronaca e il mito: è il racconto di un incastro nel limbo dell’adolescenza, dove le identità si offuscano, si distorcono, tardano a sbocciare.
Scarpinato, come già accaduto in Fa’afafine (Vincitore del Premio Scenario Infanzia e già noto al pubblico trentino), restituisce episodi di cronaca in una costruzione drammaturgica chiara e lineare, in cui dialogano la realtà della carne e trasparenza del mondo virtuale, attraverso le proiezioni video che affiancano gli attori: strumento perfetto per tradurre in immagini le fantasie, i sogni degli “adulti a metà” protagonisti di questa storia.