Cabaret Yiddish
Giovedì 11 dicembre 2014 - ore 20.45
una produzione Promo Music
vademecum teatrale e musicale di e conMoni Ovadia
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violino Maurizio Dehò clarinetto Paolo Rocca fisarmonica Albert Florian Mihai contrabbasso Luca Garlaschelli suono Mauro Pagiaro
La lingua, la musica e la cultura yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Cabaret Yiddish”, spettacolo da camera da cui è poi derivato il più celebre “Oylem Goylem”.
Si potrebbe dire che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello
spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte di cultura ebraica di cui lo yiddish è la lingua e il klezmer
la musica. Uno spettacolo che «sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe». Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama «il suono dell’esilio, la musica della dispersione»: in una parola della diaspora.
La musica klezmer deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer, che si riferiscono agli strumenti musicali (violino e archi in genere e clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell’Est europeo a partire all’incirca dal XVI secolo.