Il 28 giugno a Sarajevo

In memoria dei 100 anni dell'attentato di Sarajevo

28 giugno 2014

ore 16.00 Film: La montagna silenziosa, di Ernst Gossner
ore 18.00 Denis Fontanari legge A Sarajevo il 28 giugno, di Gilberto Forti (ingresso libero), con l'accompagnamento di Emanuele Dalmaso al sassofono
ore 20.45 Film: La montagna sileziosa, di Ernst Gossner
ingresso cinema €5


La montagna silenziosa
(Der stille berg), diretto da Ernst Gossner, è una produzione austriaco/italiana di quest'anno, uscita in anteprima al Trento Film Festival il 3 maggio scorso. Girato in Alto-Adige, il film racconta la commovente storia d'amore di Anderl e Francesca, sullo sfondo della terribile guerra e delle meravigliose montagne del fronte italo-austriaco.

Ernst Gossner (1967), austriaco di nascita, ha lavorato come attore teatrale in Austria, Germania e Italia. Dopo il successo del suo primo cortometraggio, Flucht, si è dedicato alla regia cinematografica tra Vienna e Los Angeles. Tra i suoi film South of Pico (2009) e Global Warning (2011)

Il 28 giugno a Sarajevo è un romanzo di Gilberto Forti, che a un'accurata ricostruzione storica degli eventi ha avvicinato la lente della poesia, ricavandone undici «storie in versi» che si presentano con quella felice sobrietà narrativa di cui l’autore aveva già dato prova nel Piccolo almanacco di Radetzky. A parlare sono, ogni volta, personaggi immaginari che raccontano la realtà. Gesti, episodi, parole si dispongono tutti intorno a un centro: l’uniforme troppo stretta di Francesco Ferdinando che ancora oggi possiamo vedere, con le macchie di sangue, al Museo di storia militare a Vienna. Imponente è la forza del caso, delle inconsce volontà, dei consapevoli disegni che portarono a quei colpi di pistola, quasi come se la vittima li avesse cercati. Francesco Ferdinando non parla, ma altri parlano di lui. Voci sovrapposte ne evocano con nettezza la fisionomia: sterminatore di animali (più di trecentomila uccisi cacciando), appassionato di fiori (stupendi i suoi roseti a Konopischt), erede senza poteri, costretto dall’etichetta a un matrimonio non voluto, finirà dissanguato sotto i colpi di Gavrilo Princip, perché nessuno potè aprirgli subito l’uniforme, che gli era stata cucita addosso a filo doppio per celare l’incipiente obesità.

 

                          

                                                                     

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